L’università Kore di Enna partecipa ad uno studio internazionale sulla Zanzara Tigre
L’Università “Kore” di Enna partecipa da qualche anno ad uno studio internazionale sulla Zanzara Tigre (Aedes albopictus); l’équipe, composta da 29 studiosi di Francia, Italia, Spagna, Svizzera, Albania, Slovenia, Serbia, Croazia, Montenegro, Turchia, Cina, Malesia, Giappone ed USA, ha recentemente pubblicato i primi risultati dello studio sulla rivista “Ecology and Evolution”: è stato analizzato un set di dati relativi al corredo genetico di 90 popolazioni di Zanzara Tigre arrivate in Europa, utilizzando anche metodi di associazione genotipo-ambiente per rilevare alcune dinamiche di tali popolazioni, e si è dimostrato ad esempio che le popolazioni che stanno colonizzando il nostro Continente incontrano ambienti, anche molto differenti da quelli della macroregione originaria (il Sud-est asiatico), che possono loro innescare rapidi cambiamenti genetici adattativi; tale studio, altresì, contribuisce a ricostruire la storia dell’invasione della Zanzara Tigre ed a poter sviluppare modelli predittivi della sua potenziale ulteriore espansione in Europa, ovviamente con l’obiettivo di poterla strategicamente contrastare.
Tra gli autori dello studio, Rosa Termine della Kore, che monitora diversi siti siciliani; la biologa ennese iniziò la ricerca sulle zanzare (allora promossa dalla Provincia Regionale di Enna, Ente Gestore della Riserva pergusina) al Lago di Pergusa nel 1999, includendovi, per la prima volta in Sicilia, anche il monitoraggio della Zanzara Tigre, quando questa specie non era ancora presente nella nostra Regione.
In Europa il primo rilevamento di Zanzara Tigre si ebbe nel 1979 in Albania. In Italia le prime segnalazioni risalgono al 1990 a Genova, la sua introduzione avvenne con il commercio di copertoni usati importati dagli USA. In Sicilia ne è stata accertata la presenza per la prima volta nel 2003 a Palermo. Invece, a Pergusa e poi ad Enna la sua comparsa è stata appurata nel 2010: il continuo e capillare monitoraggio ha permesso di rilevare il momento esatto del suo arrivo; mentre all’inizio veniva poco percepita dai residenti, oggi è diffusa e ben radicata nel territorio e dai risultati degli studi della biologa si evince un lento ma progressivo aumento della sua popolazione.
“L’elevata antropofilia della Zanzara Tigre, unita alla capacità di fungere da vettore, ne fanno una specie chiave nella trasmissione di arbovirus di interesse sanitario, specialmente Togavirus (tra cui il virus della Chikungunya) e Flavivirus (tra cui quello della Dengue, della Febbre Gialla, della Encefalite Giapponese e, da studi recenti, il virus Zika). Per tale motivo è necessario tenere alta la sorveglianza nei confronti delle zanzare invasive a rischio epidemico, con misure di controllo ambientale come: monitoraggio delle popolazioni di zanzare; periodici interventi di disinfestazione; eliminazione, soprattutto in prossimità delle abitazioni, delle raccolte d’acqua che vengono sfruttate dalle zanzare per la riproduzione; applicazione di zanzariere alle finestre delle abitazioni; rispetto degli animali che si cibano di tali insetti: uccelli tra cui le rondini, pipistrelli, ricci, gechi, rane, rospi, etc.
Altresì, allo scopo di ottimizzare il contrasto alle zanzare, risulta utile aumentare la flessibilità del suo sistema organizzativo territoriale, per poterlo strutturare modularmente e rettificarlo continuamente in base alle esperienze ed ai risultati ottenuti. Imprescindibile la sinergia tra gli Enti preposti in modo, ad esempio, da far partire contemporaneamente i trattamenti dei focolai larvali, ognuno per le proprie competenze territoriali; a tal fine, risulta indispensabile un tavolo permanente di coordinamento tra i soggetti istituzionali (Comuni, Libero Consorzio Comunale, ASP) coinvolti in tale problematica” ha dichiarato Rosa Termine.