Videoarticolo – Il vuoto che ruba la vita
Come una tempesta arriva un vuoto che pretende attenzione , una tristezza incolmabile ed un silenzio assordante che confonde il rimuginìo dei pensieri .E’ ormai confermata anche dall’Oms, l’ascesa o meglio l’impennata di una sfilza di suicidi o tentati tali, eredità anche della pandemia covid-19, che ha scatenato un massiccio aumento dei casi di malattia mentale, sull’onda di un terremoto sociale, economico, emotivo e naturalmente psico-fisico. L’evento che riguarda il nord, il sud ed il resto del mondo, al momento lo possiamo quasi definire “ epidemia suicidaria “. Parecchie le persone ad essere oggetto di un tale fenomeno, in primis coloro i quali erano già in pregresso affetti da problemi psicologici , inoltre la vulnerabilità economico-lavorativa del post-pandemia, ha giocato un ruolo considerevole e di immenso stress per la salute mentale di ciascuno. Studi precedenti hanno già associato in situazioni emergenziali un aumento considerevole di depressione, ansia, insonnia, disturbi alimentari, attacchi di panico ecc.
La paura si è gradualmente trasformata in terrore, attivando uno stato di tensione costante e persistente, di vigilanza “iperarousal” che tende a cambiare l’assetto fisico e psicologico di ogni individuo. A livello fisico questo stato di attivazione si manifesta attraverso l’eccessiva sudorazione, l’aumento della pressione arteriosa, vertigini, disturbi gastro-intestinali, tachicardia, ecc. , mentre dal punto di vista prettamente psicologico, questo guida il nostro stato emozionale, la nostra memoria, la nostra capacità di decision-making ( o cosiddetto processo decisionale ), la capacità di coping ( ovvero la capacità messa in atto dalla persona per fronteggiare problemi o situazioni difficili , al fine di gestire o ridurre eventuali stress o conflitti), pensiero confuso o distorto ecc.
In tale frangente prende vita “l’deazione suicidaria” che guida il pensiero in tal senso e pianifica lo stesso, e nella fase di “derealizzazione” detta anche “depersonalizzazione”nella quale il soggetto interessato percepisce distortamente il mondo esterno, si realizza e si mette in atto invece il progetto suicidario. Fra i “disturbi mentali” in cui il suicidio rappresenta l’unica via d’uscita per far fronte alla propria sofferenza, ricordiamo innanzitutto “la depressione”, nella quale il soggetto smarrisce la speranza in se stesso, nel mondo e in un futuro che percepisce senza futuro. Tra i fattori ambientali che riconosciamo causa di suicidio, vi è la mancanza di lavoro o le perdite economiche e le delusioni affettive e relazionali; ma ciò che accomuna e stigmatizza il tutto è la caratterialità di ciascun individuo, che incapace affronta le sofferenze emotive o la disperazione, con atti estremi e senza ritorno. Come strumento preventivo esistono anche in occasione della Pandemia le reti di servizio Help line, che fungono da ponte nella comprensione attraverso l’ascolto delle emozioni negative e dei drammi non solo interiori, che consentono al soggetto di prendere consapevolezza dei propri sentimenti, e dei propri pensieri disfunzionali. Ricordiamo è fondamentale allungare la mano agli operatori delle professioni sanitarie, per chiedere quell’aiuto in grado di rimarginare le cicatrici dell’anima.
Psicologa dott.ssa Fabiana Cristina