Fase2, Confcommercio: bisogna riaprire solo quando sarà garantita la massima sicurezza
«Bisogna riaprire solo quando sarà garantita la massima sicurezza per noi e per i nostri clienti». È quanto afferma il Presidente provinciale di Confcommercio Enna Maurizio Prestifilippo in un videomessaggio registrato per i soci Confcommercio della Provincia di Enna: «Molti pressano per rialzare immediatamente le saracinesche di tutte le attività produttive, ma noi preferiamo una linea di maggiore prudenza, che consenta una graduale apertura evitando di vanificare il sacrificio della chiusura e dell’isolamento degli ultimi due mesi. Noi siamo più cauti perché, se si riaprisse in maniera indiscriminata, correremmo seriamente il rischio che il numero dei contagi si impenni e ciò comporterebbe l’ovvia conseguenza di richiudere tutto, ripiombando di nuovo in emergenza in piena estate, con conseguenze ancora più disastrose per la nostra economia».
«La pandemia del Covid-19 è l’ennesima tragedia che si abbatte sul nostro territorio, già duramente colpito dalla depressione tipica dell’entroterra siciliano e dalla crisi economica del 2008 – sostiene Prestifilippo – L’obbligo di abbassare le saracinesche ha inferto un colpo durissimo alla nostra economia già sofferente. Ma non dobbiamo lasciarci prendere dallo sconforto e dobbiamo trovare la forza di reagire, cercando principalmente di contenere l’emergenza sanitaria con profondo senso di responsabilità.
Occorre piuttosto esercitare le opportune pressioni affinchè il Governo passi dai proclami ai fatti, metta in campo tutte le risorse di sostegno economico promesse alle imprese e ai lavoratori. Le banche non devono approfittarsi delle garanzie dello Stato per tutelare i loro interessi, ma devono essere di reale aiuto alle imprese attraverso l’erogazione di vera liquidità, indispensabile per fronteggiare l’emergenza e programmare la riapertura senza gli ostacoli incontrati finora e senza squallidi colpi bassi.
Ci auguriamo, inoltre, che il Governo metta in campo azioni di sostegno concrete, come la moratoria fiscale e contributiva, il prolungamento della cassa integrazione, la riduzione dei tributi locali e formule di sostegno finanziario alle imprese con indennizzi a fondo perduto per compensare anche parzialmente le perdite cagionate dalla chiusura forzatura.