La convenzione dell’ASP: il punto di vista del proprietario del Park Hotel Paradiso, Silvio Praino
Riceviamo e pubblichiamo
Con la presente voglio chiarire molti punti oscuri, e fugare possibilmente molte maldicenze, inerenti la convenzione stipulata da me, proprietario del Park Hotel Paradiso di Piazza Armerina, e l’ASP di Enna. Molte imprecisioni sono state dette dalle persone cointeressate direttamente e non, ma specialmente le notizie sentite e riportate, da bocca in bocca, tramite i social, hanno fatto scatenare un putiferio e molta cattiveria, che giova solo a livello politico, a tutti coloro che vogliono, anche in questi momenti delicati, fare opposizione a qualsiasi prezzo pur di aumentare il loro livello di gradimento, noncuranti di calpestare la dignità umana degli interessati e inducendo gli sprovveduti a fare gesti inconsulti.
Innanzitutto è giusto precisare che senza alcuna raccomandazione ho firmato una convenzione con l’ASP di Enna, per 30 camere, per ospitare i pazienti asintomatici, paucoasintomatici e le persone che dovranno fruire di un periodo di quarantena.
I servizi da me offerti sono o dovrebbero essere solo quelli della fornitura di una camera con il minimo indispensabile di arredamento (letto, comodino, materasso, coperte, TV, WiFi, acqua calda e fredda e tovagliato per il bagno), i pasti da fornire, eventualmente, dovranno essere serviti in vaschette con materiale monouso e dovrebbe essere dietro la porta di ciascuna stanza senza contatto alcuno con l’ospite.
L’unica prestazione d’opera fornita dalla struttura sarebbe quella del custode, attiva 24 ore su 24 che dovrebbe controllare, tramite telecamere, già installate, chiunque entra o esce dalla struttura, permettendolo solo al personale autorizzato dall’ASP. Nel caso di chiamate di emergenza dalle stanze, il custode sarebbe tenuto ad avvertire l’ASP, la quale sarebbe tenuta a prendere i dovuti provvedimenti.
L’ASP invece dovrebbe provvedere alla sanificazione quotidiana degli ambienti, cosa che ha già fatto a partire da venerdì e poi quotidianamente in tutte le stanze in base alle presenze. Tale convenzione quindi non prevede assolutamente la necessità né di medici né di infermieri.
Iniziamo ora a chiarire i punti oscuri e le incomprensioni, scusate la cattiveria, dettate solamente da beghe politiche. Il signor sindaco non c’entra nulla con la convenzione firmata, difatti due settimane fa, data l’emergenza verificatasi al Chiello nel reparto di medicina, con il decesso per coronavirus di una paziente, a livello solo precauzionale, mi chiese la disponibilità di alcune stanze, per eventualmente, in assoluta emergenza, ospitare medici e infermieri in attesa di tampone. Non fu fatta convenzione alcuna, ne contrattazione, e diedi l’assenso precisando che alcunché di onere avrei richiesto all’amministrazione per tale emergenza, per cui allertai tutto il mio personale per ripristinare tutti i servizi per poter degnamente ospitare i sanitari di cui sopra, dal momento che la struttura alberghiera è inattiva.
Fino a quel momento non si parlava assolutamente di ricerca di strutture alberghiere ne da parte del comune, ne da parte della ASP, per cui il signor sindaco nulla ha tenuto nascosto. Quest’ultimo venne a conoscenza della convenzione solo quando fu informato da me che era venuta la commissione a fare il sopralluogo, e solo dopo pochi giorni, dopo aver ricevuta da me comunicazione di avvenuta sanificazione da parte dell’ASP, il sig sindaco accompagnato dal comandante dei vigili urbani dottor Gabrieli e dal dott. Mirci, responsabile della protezione civile, si recò in struttura per accertarsi che la commissione sanitaria avesse oculatamente visto i luoghi.
A onor del vero, lasciarono la struttura convinti della bontà della stessa, poiché si accertarono personalmente che alcuna commistione era possibile con la casa di riposo ivi allocata, sia per la distanza, sia per i servizi offerti. Confermo che in alcun modo il signor sindaco è intervenuto nella scelta della struttura, poiché non di sua competenza. Il 27 marzo sulla Gazzetta Regionale uscì il bando del Presidente della Regione, tramite il quale si chiedeva la disponibilità a strutture alberghiere con almeno 100 camere di poter partecipare alla selezione per poterle fare fruire alle ASP Regionali. Fatte le dovute valutazioni, presentai per PEC la richiesta direttamente all’assessorato alla sanità Palermo, dando disponibilità di 80 camere. Lunedì 30 marzo ho ricevuto il sopralluogo in struttura da parte del Dott. Cassarà accompagnata dalla Dott.ssa Cillia e dall’ ingegnere Cordovana dell’ASP, gli stessi, dopo aver chiesto tutte le autorizzazioni vigenti e aver visionato tutti gli ambienti inerenti le 80 camere, messi a conoscenza dal mio personale dell’esistenza di ulteriore 15 camere adibite a centro per anziani, dove alloggia pure mio padre, decidevano, a livello di massima cautela e precauzione, di convenzionare solo 30 camere di tutto il complesso alberghiero.
Su questa decisione sono stato oltremodo concorde, poiché la struttura prescelta è totalmente isolata non solo dalla casa di riposo, circa 350 m, ma anche dal resto della struttura alberghiera poiché ha una propria via di accesso, spazi comuni totalmente disimpegnati, ed è al massimo della sorvegliabilità. Quindi in questo caso devo apprezzare l’oculatezza e la professionalità del Dott Cassarà e della dott.ssa Cillia nell’aver scelto le sole 30 camere che appartengono ad una struttura totalmente isolata e che ha tutte le caratteristiche per la specifica fruizione, come lo stesso Dott. Cassarà ha confermato in videoconferenza.
Ci tengo a precisare che il dottor Cassarà valutò tutti i percorsi e si accertò dell’impossibilità assoluta di accedere dalla struttura prescelta al resto del complesso alberghiero e della casa di riposo. Lo stesso giorno la commissione visitò un’altra struttura in centro città, che è in attesa di valutazione a quanto mi risulta. Vi invito a pensare al fatto che qualsiasi altra struttura sarebbe allocata in centro città con accanto locali o appartamenti nei quali abitano anziani più o meno autosufficienti, per cui non penso che l’eventuale rischio possa essere minore, ma senz’altro maggiore. Ultima precisazione che voglio fare è quella di non aver mai detto alla mia amica Onorevole Luisa Lantieri che l’ASP avrebbe provveduto alla presenza di medici e infermieri in suddetta struttura, poiché tali eventuali ospiti non necessiterebbero di cure mediche, altrimenti dovrebbero essere ricoverati in ospedale.
Vorrei scusarmi ulteriormente con l’Onorevole LANTIERI, se in quei pochi secondi che conferii telefonicamente con lei, per amichevolmente salutarla e informarla di una ipotetica convenzione con l’ASP, le feci capire che quest’ultima fornisse tale servizio. Ricordo però che, proprio nel momento in cui parlavo con lei, squillò un altro mio telefonino, e mi venne comunicato che in struttura era arrivata la commissione ASP per il sopralluogo. Avendomi detto la stessa che era a conoscenza del sopralluogo, chiesi scusa e terminai la conversazione dovendomi dedicare alla suddetta commissione. Rinnovo le mie scuse alla Onorevole Luisa Lantieri qualora, per la fretta di concludere la conversazione, io abbia potuto far capire qualcosa di distorto.
Infine non riesco a capire la motivazione di tutte le maldicenze in merito a tale convenzione, vorrei che il popolo sappia che, come è successo al Villa San Mauro di Caltagirone, la struttura potrebbe essere requisita, io non ho fatto altro che concedere la disponibilità, penso cosa doverosa in questi momenti, e sono tranquillo con la mia coscienza che le 30 camere hanno tutti i requisiti richiesti, ivi compreso la assoluta assenza di promiscuità con la casa di riposo.
Silvio Praino