Dopo quattro anni i nodi arrivati al pettine: Piazza Armerina verso il dissesto.
Per qualche anno dovremo limitare le uscite, rinunciare a qualche servizio e a qualche investimento e tentare di recuperare i crediti vantati verso i cittadini. Questa per sommi capi la ricetta che dovrà essere applicata per poter ridurre il disavanzo e ritornare ad essere un comune virtuoso. La procedura di dissesto finanziario verrà innescata a breve dal consiglio comunale che prenderà atto dell’impossibilità di far quadrare i conti. Debiti che, secondo quanto affermato in più occasioni dagli attuali amministratori, sarebbero stati accumulati dalla precedente amministrazione su cui pende anche un processo penale legato alla gestione del bilancio. La Corte dei Conti, appena l’iter verrà inviato, dovrà successivamente stabilire se vi è stato dolo o colpa grave da parte dei vecchi amministratori.
“La normativa che si occupa di regolamentare le ipotesi di illecito per provocato dissesto è contenuta nel d.lgs. 149/2011 che, in linea generale prevede l’irrogazione di sanzioni inibitorie e patrimoniali nei confronti di chi ha contribuito, nell’esercizio delle proprie funzioni, a determinare il dissesto dell’ente territoriale. Le sanzioni consistono nella: • Interdizione, della durata di dieci anni, per tutti gli autori degli illeciti dalle cariche di: assessore, revisore dei conti di enti locali e di rappresentante degli stessi verso altre istituzioni ed organismi pubblici e privati. • Incandidabilità, della durata di dieci anni, per sindaci e presidenti di provincia (fonte:”Il dissesto finanziario negli enti locali“ di Nicola Giofrè ).
L’amministrazione comunale per seguire l’intera vicenda si è rivolta ad un esperto di acclarata fama, il dott. Francesco Bruno che vanta esperienze come dirigente provinciale e ragioniere capo al comune di Catania con il sindaco Scapagnini. Un professionista che ha seguito casi anche molto più complessi rispetto a quello di Piazza Armerina e che è unanimamente riconosciuto un esperto nel settore.