Luci ed ombre sotto l’albero. Il decalogo della felicità
In questo magico periodo , in cui Luci , colori e musica accecano e ubriacano i nostri sensi , il nostro stato emozionale ed emotivo è attraversato da una serie di reazioni a tutti gli stimoli ambientali a cui siamo volenti o nolenti sottoposti ed esposti .
Si torna ad essere bimbi bombardati dagli spot pubblicitari dei profumi , dei pandori , dei giocattoli , e tutte le vetrine sono addobbate meravigliosamente ed illuminate da abeti decorati che anticipano non soltanto la Nascita del buon Gesù ma anche l’arrivo dei parenti da ogni dove .
In questo Santo periodo non è raro dal punto di vista psicologico incorrere in ciò che in gergo sul Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali ( Dsm ) viene definito “ Disordine affettivo stagionale “ che appartiene ad un disturbo molto comune ed è caratterizzato da un moderato ed altalenante cambio dell’umore , una deflessione , parallelamente al naturale cambio delle stagioni che accade in prossimità dell’inverno , ed in prossimità dell’estate.
Detto ciò si può ben comprendere come non tutti quindi digeriscono il clima delle festività natalizie che viene definito “ holiday blues “ ovvero depressione da feste e questo può accadere per svariati motivi .
Innanzitutto il periodo Natalizio è spalmato di grandi sensazioni di rimpianto per un’infanzia che ormai appare perduta e per questo dovremmo invece sempre proteggere quel nostro “bambino interiore” che continua a vivere in noi e che dovremmo sempre rispettare e mai soffocare.
A volte questo disagio , questo mal vivere il Natale e quello che rappresenta , ha molto spesso attinenza con delle aspettative che a suo tempo sono state tradite o hanno rappresentato delle promesse mancate ( siano esse di tipo materiale o affettivo ) .
Quindi primariamente vivere in modo sereno il Natale dipende anche dalle esperienze vissute nella prima infanzia , in cui i ricordi affettivi possono essere ricollegati alla presenza costante nonché amorevole delle figure di riferimento , capaci di soddisfare e accogliere tutte le nostre esigenze . Contrariamente, altri hanno avuto modo di vivere figure di riferimento inaccessibili , inadeguate , assenti o una rete familiare poco gioiosa e molto ingombrante , caratterizzata da conflitti mai affrontati o irrisolti , origine dei sentimenti oppositivi o negativi verso la festività in oggetto .
In molte famiglie avviene una sorta di trasmissione di credenze , abitudini nonché valori , che possono riconsegnare una sorta di indifferenza o fastidio verso il Natale , in cui molto spesso le inevitabili riunioni familiari , vengono vissute come imposizioni formali. Queste appartengono a dinamiche soggettive o a ricordi emotivamente freddi o vuoti che tenderanno ad essere caratterizzanti di quella data persona , ma se anche un solo attimo di felicità dettato dalla tenerezza di un abbraccio o di un semplice gesto , riuscirà ad invertire tale atteggiamento , allora possiamo affermare che nulla è andato perduto. In ogni caso in qualunque modo si attenda il Natale , che lo si faccia trepidanti o noiosi , a questa Festa Comandata è difficile rimanere indifferenti , poiché le diverse implicazioni sociali , culturali e affettive , hanno un impatto psichico ed emozionale molto profondo .
L’approccio psicologico non si concentrerà soltanto sul tentativo di cancellare le esperienze emotive negative , ma volgerà la propria attenzione ad un processo di miglioramento clinico , nel quale le stesse emozioni negative non rappresenteranno più qualcosa di opprimente , ma una marcia in più per riscoprire le potenzialità di ciascuno di noi. Per cui l’allegria forzata ha invece dei risvolti molto più spiacevoli di quelli affiancati alla presa di coscienza dei momenti malinconici , così come alcuni studi hanno evidenziato che il materialismo (tipico di questo periodo ) molto spesso ha una potente correlazione con un benessere psicofisico piuttosto scarso.
I soldi non comprano la felicità , gli oggetti materiali illudono e finiscono per rimanere qualcosa di fine a se stesso , la felicità è qualcosa di molto più sottile e pregiata , che è data dalla somma di eventi caratterizzanti la nostra esistenza , ed imparare l’arte di essere felici diviene qualcosa di prioritario , divenendo anche esperti nel far fronte alle difficoltà alle quali siamo esposti .
Se dovessimo esperire un decalogo della felicità potremmo racchiuderlo in questi successivi punti :
1) Mantenersi quanto più attivi possibile ;
2) Trascorrere del tempo a fare ciò che più ci aggrada ;
3) Ridimensionare le aspettative ;
4) Orientarsi sul tempo presente ;
5) Stare quanto più a contatto con la natura ;
6) Allontanarsi dalla tipologia di persone lamentose e negative ;
7) Dedicarsi ad attività pratiche “al fare” ;
8) Ascoltare buona musica ;
9) Condurre uno stile di vita sano ;
10) Lasciarsi incantare dalla magia di un bel tramonto.
A questo punto tornando al momento fatidico del Natale , per essere felici ,anche se non lo siamo in questo dato periodo , possiamo condurre a consapevolezza e ironicamente di essere probabilmente affetti dalla “ Sindrome del Grinch” ovvero una forma di repulsione per la festività Natalizia , cercando di modificare e adattare il nostro MOI ( modello operativo interno) alle circostanze. Potremmo disquisire all’infinito sull’argomento , ma resta di fatto che il periodo Natalizio pur essendo una festa gruppale-collettiva , è pur sempre caratterizzata dalla soggettività che la fa da padrona. Non dimentichiamo mai anche nel periodo dell’anno in cui bisogna essere più buoni , che noi siamo sempre egoisticamente una nostra assoluta priorità .
Auguro a voi tutti , amanti e non del Natale di trascorrere dei sereni giorni di relax.
Dott.ssa Fabiana Cristina