Confartigianato Enna promuove la fiscalità di vantaggio per le aree interne dell’isola
Il difficile accesso al credito, ed il sempre costante martellamento di tasse e imposte, non giovano alle imprese. Sono in tante le aziende che nel 2019 hanno chiuso i battenti per carenza di liquidità, per il calo dei consumi, ed a causa del rincaro degli affitti sui beni immobili destinati alla produzione. A pesare sulla crisi i prelievi fiscali che si attestano intorno al 64,8% e l’IVA al 22%. La recessione per gli artigiani è già una triste ed avvilente realtà. Nel primo semestre del 2019 il comparto artigiano ha vissuto una netta contrazione. Secondo un’analisi effettuata dalla Cgia di Mestre sono scomparse 6.500 aziende. Se lo Stato non interviene con detassazioni adeguate e nuove agevolazioni a garanzia della piccola imprenditoria, il settore artigianale sarà costretto pian pianino a morire. Occorre sbloccare le grandi opere pubbliche, specie nel Meridione d’Italia, per rilanciare la piena occupazione. La costruzione e il ripristino di strade e ponti, e la messa in sicurezza di edifici pubblici e scolastici, diventerebbero un toccasana per un settore strategico dell’economia regionale che è dato dall’edilizia e dal suo indotto. A tal proposito sono previsti anche fondi europei, spesso non sfruttati a dovere. Il Presidente provinciale di Confartigianato Imprese Enna, Peter Barreca ha a cuore l’approvazione del disegno di legge sulle Zone Franche Montane, in discussione da tre anni a Sala D’Ercole. Con l’approvazione della “ legge obbiettivo “ si darebbe speranza a chi vive nelle aree interne, garantendo ai piccoli imprenditori locali una boccata di ossigeno.
La legge sulla “ fiscalità di vantaggio” prevede riduzione di imposte che gravano sul reddito delle piccole e medie imprese, la riduzione dell’IMU sui beni destinati ad attività produttive e rimodulazioni al ribasso dell’IVA, oltre ad agevolazioni concrete sul pagamento dei contributi che gravano sulle retribuzioni dei lavoratori subordinati. Queste nuove opportunità legislative permetterebbero agli imprenditori di immettere nei mercati prodotti e servizi all’altezza delle esigenze dei consumatori. I dirigenti di Confartigianato auspicano politiche attive di sviluppo, alternative al precariato e a inadeguate forme di sussidiarietà strutturale.