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Mario Alloro: analisi del PD “ridotto all’inconsistenza”. Italia Viva elemento di forte novità

Mario Alloro: analisi del PD “ridotto all’inconsistenza”. Italia Viva  elemento di forte novità

Fare delle scelte non è mai facile, specie quando queste sono difficili e sofferte e in queste settimane ho, insieme a tanti compagni e amici, riflettuto su come declinare il mio e il nostro impegno politico alla luce della scissione di Matteo Renzi dal Partito Democratico e la costituzione di Italia Viva. Com’è noto, ho sostenuto Renzi al congresso del 2017 contribuendo alla sua vittoria alle primarie in una provincia come Enna e dopo, ho iniziato un percorso difficile che però mi ha dato l’opportunità di condividere un pezzo di strada con tanti amici vecchi e nuovi, facendo politica in modo coerente in un momento storico in cui paga di più il trasformismo.  Conosco bene il Partito Democratico, non soltanto perché sono tra i fondatori essendo stato peraltro il primo segretario provinciale della provincia di Enna, ma soprattutto perché a questo partito dedico tutto me stesso da molti anni.

Mi addolora, pertanto, vedere il partito all’interno del quale fino a qualche anno fa si discuteva di egemonia culturale, oltre che elettorale, ormai ridotto quasi all’irrilevanza e all’inconsistenza non tanto politica ed elettorale, quanto proprio culturale. Un partito dilaniato dalle correnti, che ormai non sono più come un tempo fucine di idee, ma più grezzamente strumenti per garantirsi micro-posizioni di rendita personale a vantaggio del notabile di turno ed a scapito di tutta la comunità democratica.
Un partito, ahimè, condannato alla subalternità al Movimento 5 Stelle, che sposa le sue battaglie antipolitiche e populiste, che non chiede la cancellazione totale dei decreti sicurezza di Salvini, che lascia gli operai dell’ILVA allo sbando cambiando anche idea sullo scudo penale, che vota a ruota dei 5 stelle per la riduzione dei parlamentari, creando un grave vulnus alla rappresentanza democratica in questo paese, insomma un partito senza una visione, che tira a campare, incapace di creare un’alternativa culturale e politica ad una destra che è sempre più conservatrice e illiberale. A ciò si aggiunga che vi è in atto un vero e proprio processo di restaurazione e di ricostruzione, che ricorda i DS, della “ditta”, che è quanto di più lontano ci possa essere dal progetto e dallo spirito originario del PD del 2008.
Fedele fotografia è la gestione del congresso della Provinciale di Enna che poteva rappresentare l’occasione per il rilancio dell’iniziativa politica, per mettere alle spalle il partito padronale di questi anni e dare vita ad un partito plurale che finalmente tornasse a discutere di politica, ma soprattutto l’occasione per aprire un serio confronto sui tanti errori commessi, non ultimo quello di avere eletto un deputato che dopo pochi mesi è transitato a destra.

Invece niente, anzi, calpestando il regolamento congressuale il Commissario organizza riunioni di corrente, nominando organismi congressuali a senso unico che non rappresentano la pluralità delle sensibilità interne, calpesta le minoranze arrivando persino ad anticipare al 7 dicembre il congresso provinciale malgrado in tutta Italia i tesseramenti si chiudono il 31 Dicembre e solo dopo si terranno i congressi provinciali e come se ciò non bastasse si deroga al tesseramento on line autorizzando in diversi casi quello cartaceo; tutto pur di riconsegnare il partito al padrone di sempre. Tutto questo, mi ha quasi obbligato a fare una riflessione, specie alla luce della costituzione di Italia Viva, che rappresenta un elemento di forte novità nel panorama politico italiano, che si pone in alternativa sia al Movimento 5 Stelle che alla destra a trazione leghista. L’ho fatto, chiaramente, non senza dolore, ma con la consapevolezza che il PD è un partito in cui non solo non mi riconosco, ma che mi pare molto restio al cambiamento, specie in provincia di Enna. È chiaro un punto: Italia Viva non è un “porto sicuro”, tutt’altro. Sicuramente, però, è una pagina tutta da scrivere, una strada tutta da battere. È un progetto che mette in condizione me ed i tanti amici con cui ho condiviso il mio percorso politico, di voltare pagina e di iniziare una nuova battaglia con un entusiasmo ritrovato che in giro non vedevo da anni.

Mario Alloro

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