Il teatrino della politica
Con una farsa era stata costruita la maggioranza che ha governato il nostro Paese per oltre un anno, con una nuova farsa è stata distrutta. La prima farsa una maggioranza costruita con un contratto che prevedeva due parti separate. Due programmi diamentralmente diversi che avrebbero avuto, come è avvenuto, problemi al momento della loro approvazione.
I due contraenti di taglie diverse: uno molto esperto di strategie politiche mentre il secondo, non solo ingenuo ma anche molto presuntuoso, avevano concordato il modo come affrontare questo problema. “Io do una cosa a te e tu ne darai una a me” apportando delle piccole modifiche concordate ai provvedimenti da approvare, per dare a uno la possibilità di affermare che un loro punto programmatico era stato approvato ed all’altro che al provveimento erano state approvate delle sostanziali modifiche migliorative.
Esempio lampante la sollecita approvazione della modifica della legge Fornero e la contestuale approvazione della legge sul reddito di cittadinanza. Così è avvenuto per i pochi provvedimenti approvati. Ma il comportamento di entrambi confermava che gli stessi erano ben convinti che il sistema non sarebbe durato a lungo. Le lunghe liste di provvedimenti da attuare subito elencati da entrambi, confermano tutti i sospetti, in quanto nessuno dei due teneva conto che i loro programmi elettorali avrebbero dovuto essere realizzati nell’arco della legislatura e non nell’arco di pochi mesi.
A turbare l’idillio il risultato delle elezioni europee che travolse i rapporti esistenti in seno al nostro Parlamento, con il raddoppio dei voti attribuiti alla Lega e la contestuale perdita del 50% dei voti conseguiti dal movimento 5 Stelle.
Da quel momento il comportamento di Salvini è diventato sempre più incalzante ed i toni sempre più arroganti, nel tentativo di creare il casus che avrebbe potuto determinare una crisi di governo e beneficiare, così, delle ottime previsioni dei sondaggi nel caso di elezioni anticipate.Ma a togliere le castagne dal fuoco è stato il comportamento ingenuo di Di Maio, con la presentazione dell’inutile famosa mozione sulla TAV in contrasto, tra l’altro, con una comunicazione data dal Presidente Conte, espressione del Movimento 5 Stelle. Una mozione che politicamente non aveva alcun significato e valore e
la cui votazione, per la prima volta nell’era repubblicana, ha visto le due forze della maggioranza dividersi con strascichi molto polemici.
Strascichi che hanno portato Salvini ad annunciare la fine di questa ibrida collaborazione e creare le condizioni di crisi, in un momento difficilissimo per le numerose importanti scadenze vicine. Unica considerazione positiva è quella che questa difficile matassa da dipanare si troverà nelle mani del nostro Presidente della Repubblica.
angiolo alerci