Una pagina di storia piazzese – 26 giugno 2015: quando Miroddi e Mattia volevano istituire la tassa sul defunto.
Verrà ricordata come la più grande manifestazione mai organizzata a Piazza Armerina, una rivolta popolare a cui presero parte migliaia di persone che protestavano contro la decisione del sindaco di allora, Filippo Miroddi e del suo vice Giuseppe Mattia, di privatizzare i servizi cimiteriali. L’operazione complessiva prevedeva un accordo con un’azienda [LO TROVI QUI] che avrebbe dovuto anticipare circa 13 milioni di euro da recuperare successivamente con una serie di balzelli a carico dei… defunti. L’amministratore delegato della società in questione era una nonnina( di cognome faceva Mezzasalma !!) che alla tenera età di 80 anni gestiva una società che non possedeva un euro di capitale versato e che avrebbe dovuto gestire 13 milioni di euro oltre i ricavi.
La questione venne sollevata da un articolo di Startnews [LEGGI QUI] e i cittadini non tardarono a far sentire la loro voce. Il gruppo Facebook da noi creato (“Giù le mani dal cimitero”, oggi “Giù le mani dalla città”)per gestire la protesta, raggiunse in poche ore circa 5.000 iscrizioni e i politici di allora dovettero necessariamente adeguarsi al sentimento di protesta che andava diffondendosi in città. Su richiesta della nostra testata fu costituito un comitato a cui parteciparono tutti i partiti, compreso il Movimento 5 Stelle allora molto lontano dall’idea di collaborare con le altre forze politiche presenti sul territorio e forse unico esempio di apertura in tutta Italia.
Era la prima volta che a Piazza Armerina i social venivano utilizzati per fare gruppo e creare un movimento d’opinione forte e coeso. Tanto forte e coeso che Miroddi e Mattia si resero subito conto di dover in qualche modo trattare con i cittadini. In prima battuta chiesero alla società di modificare l’accordo eliminando il canone da pagare annualmente su ogni singola tomba, proposta che la società si affrettò ad approvare inviando una lettera di conferma al comune. D’altra parte gli intermediari della azienda che avrebbe dovuto gestire il servizio pensavano di recuperare il guadagno grazie alla manutenzione dei loculi e delle cappelle. Erano infatti previsti, attraverso un tariffario, costi esorbitanti per i cittadini .
Successivamente le posizioni si irrigidirono e sia Miroddi che Mattia decisero di sfidare la città. Il 26 giugno la manifestazione partì dal cimitero Bellia. Al grido di “Miroddi, Mattia dovete andare Via” l’amministrazione, in carica da due anni, cedette e fece diffondere la notizia di aver deciso di non voler più stipulare alcun contratto con la società che si era proposta. In realtà la decisione era stata presa nella mattinata del 26 giugno. Si dice che Miroddi, in una accesa riunione nella Sala delle Luci, quella mattina fosse addirittura assai vicino a rassegnare le dimissioni da sindaco . Il tentativo di evitare la manifestazione non riuscì e furono inutili anche le telefonate arrivate ad alcuni politici di opposizione su cui si tentava di far pressione per annullare la partenza del corteo. Alcuni risposero che in ogni caso l’iniziativa era gestita da un comitato presieduto da StartNews e nulla si poteva fare evitare quella dimostrazione di forza. La manifestazione , come si può ascoltare dalle interviste registrate nel nostro servizio, si trasformò ben presto in una sorta di protesta contro quella amministrazione verso cui StartNews combatté una dura battaglia per cinque anni.
Nel video sono ricostruiti i vari momenti che via abbiamo descritto. Pubblichiamo anche un video nel quale Massimo Di Seri spiegava le ragioni che avevano indotto i quartieri storici della città a prendere parte alla protesta. (nel nostro canale Youtube sono comunque presenti altri video relativi all’argomento)
LE FOTO
LE RIUNIONI DEL COMITATO
LA MANIFESTAZIONE