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Il tasto “Guarda l’Imbecille” su Facebook non c’è ma nella vita reale invece esiste

Il tasto “Guarda l’Imbecille” su Facebook non c’è ma nella vita reale invece esiste

IL PUNTO DI NICOLA LO IACONO

Una delle cose che si è persa nell’attuale società è il senso del pudore, non quello legato alla sfera sessuale, mi  riferisco al senso di  vergogna che si dovrebbe provare per la propria imbecillità e la propria ignoranza.  La constatazione è più che attuale e nasce dalla lettura di alcuni post che appaiono su pagine Facebook locali con cui i temerari della stupidaggine, i laureati in coglionaggine, i mentecatti della notizia, cospargono in una sorta di inseminazione digitale il fertile terreno in cui germoglieranno  notizie false, deduzioni quantomeno azzardate, convincimenti errati che nutriranno a loro volta le menti lobotomizzate di futuri inseminatori.

Sia chiaro capita a tutti di fare e dire fesserie ma qui analizzo il comportamento seriale di alcuni individui,  spesso sorretti da una solida e spessa base di ignoranza la cui consapevolezza  si eleva a metodo solo se accompagnata dalla ragione. Non è questo il caso.

Il dispensatore di convincimenti e notizie false  la spara lì come la pensa. Per lui la cazzata nasce non attraverso un processo deduttivo e dunque verticale ma in maniera orizzontale: appare e si palesa nella sua mente semplice . Poi prende forma comunicativa in poche parole digitate in stato di trance su Facebook. Il “cazzista” perde ogni pudore ma spera in qualche like, niente di più, solo qualcuno che gli dia ragione. Ne basta uno per soddisfare il suo ego, per  sentirsi qualcuno, per sentirsi vivo. Peccato che a lui sia preclusa la possibilità di comprendere, appunto per la mancanza di pudore, quanto imbecille venga considerato da estranei, da alcuni suoi amici(reali)  e perfino da qualche parente.

Un merito va riconosciuto a queste persone : quello di rallegrare i luoghi nei quali fisicamente si trovano. Quando quelle piccole foto dei profili Facebook si trasformano in individui in carne ed ossa ecco che attorno a loro si sprecano gli ammiccamenti , i sorrisini, le battute,  che hanno l’unico scopo di condividere  un  “Guarda l’Imbecille” che vale mille like e centomila condivisioni perché ottenuto nella vita reale.

Alcuni di questi soggetti, forniti di una parvenza di coscienza di sé, tentano di mettere le mani avanti: “sono ignorante, ma parlo lo stesso” come se l’ignoranza, quella profonda,  facesse da scudo all’eventuale imbecillità. Non solo parlano, il che sarebbe già tanto, ma hanno anche il coraggio di scrivere deturpando la nostra meravigliosa lingua italiana. L’ignorante in realtà è spesso “imbecille a prescindere” e lo dimostra il fatto che può essere facilmente manovrato da chi pur imbecille è magari un tantino più furbo, concetto espresso da quest’ultimo aggettivo profondamente diverso dall’intelligenza.

Ci sono altre due domande alle quali rispondere.  La prima è: ma quanti imbecilli ci sono? Per la risposta  ci viene incontro la saggezza popolare che in questo caso individua spesso la realtà: “la madre degli imbecilli è sempre incinta”. Spesso ma non sempre, non per una questione statistica ma perché non mi sento di affibbiare a questi sfortunati soggetti anche l’etichetta di figli di una madre meretrice.

L’altra fondamentale domanda è: ma noi facciamo parte di questa categoria? Qui la risposta ognuno se la dia per proprio conto ma un consiglio.. se siete tra coloro che commentano spesso su Facebook,  date sempre in qualunque luogo vi troviate un’occhiata alla gente che vi circonda. Se tra loro non ci sono imbecilli riconosciuti e negli sguardi, negli ammiccamenti, intravedete l’ombra di uno sfottò… iniziatevi a preoccupare ma soprattutto scrivete meno cazzate nel virtuale se volete collezionare meno “Guarda l’Imbecille” nella vita reale.

Nicola Lo Iacono

 

Gli esempi elencati qui sotto non sono presi da post inseriti da utenti locali ma val la pena ricordare quella signora piazzese che chiedeva in un post di abbattere tutti gli alberi di Piazza Armerina perché portatori i insetti… ma è solo un piccolo esempio di una lista infinita. 

 

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