PIazza Armerina – Tassa di soggiorno: intervento del consigliere Sabrina Falcone
Riceviamo e pubblichiamo
Una premessa doverosa va fatta per meglio comprendere la genesi e la funzionalità della tassa di soggiorno :con l’articolo n.4 del decreto legislativo n. 23 del 14 marzo 2011 (con la legge su federalismo fiscale) in Italia viene istituita la facoltà dei Comuni di applicare (con delibera di Consiglio comunale) una tassa/imposta di soggiorno per non residenti che alloggiano in strutture turistiche. Naturalmente sono esenti dal pagamento delle tasse di soggiorno: i residenti, i bambini fino a 10 o 14 anni, i disabili, i malati e gli accompagnatori in gravi condizioni di salute, il personale delle forze armate, gli autisti dei pullman e chi pernotta negli ostelli della gioventù. Ci sono città d’Europa dove la tassa di soggiorno viene pagata sul totale del pernottamento, ad esempio viene pagata il 5% dell’intero importo del soggiorno.
Lo stesso decreto obbliga i Comuni a destinare il gettito di imposta per finanziare (testualmente): interventi in materia di turismo ivi comprese quelle a sostegno delle strutture ricettive; interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali; interventi in favori dei servizi pubblici locali. Lo stesso decreto obbliga i Comuni che intendono avvalersi dell’imposta di soggiorno ad adottare un proprio regolamento comunale, sentite le associazioni maggiormente rappresentative dei titolari delle strutture ricettive, attraverso il quale si possono disporre modalità applicative del tributo, nonché di prevedere eventuali esenzioni e riduzioni per particolari fattispecie o per particolari periodi di tempo (vedi comma 1,2,3).
“Sulle politiche turistiche attive-disattivate di questo territorio, negli ultimi decenni, ci sarebbe tanto da dire, proprio perché pochissimo è stato fatto nel campo della promozione turistica: Ciò che è mancata è un’azione-promozione turistica degna di un Comune in cui insiste un sito patrimonio dell’Unesco come Piazza Armerina.”
Da un recente sondaggio nei circa 845 Comuni d’Italia che applicano la tassa di soggiorno, i Comuni hanno speso, mediamente, i proventi in questo modo:
– Eventi e manifestazioni 16%;
– Restauro e manutenzione Musei e Monumenti 13%;
– Strade e miglioramenti della viabilità interne 8,2%;
– Arredo pubblico 7,6%;
– Sostegno agli Uffici IAT 5%;
– Pulizia e decoro cittadino e verde pubblico 4,8%;
– Realizzazioni siti web 3,8%;
– Wi-Fi e Hotspot 3,6%;
– Aiuti alle associazioni di promozione e valorizzazione del territorio, eventi culturali, Fiere e promozione in generale 30,3%.
“Sono sicura che, se applicata nel modo giusto, tale imposta può avere la sua ragion d’essere ed allo stesso tempo deve fungere da ” Project financing ” per la realizzazione di azioni, iniziative e progetti strettamente finalizzati allo sviluppo dell’economia turistica e ricettiva.
Sono molteplici le azioni alle quali destinare tali fondi ad esempio mi sento di suggeire, seppur tanto decantata ma mai realizzata, il mantenimento in stato di decoro dei servizi igienici pubblici destinati e fruibili anche dai turisti. Si potrebbe altresì destinare parte di tali proventi alla realizzazione dei costumi storici del Palio dei Normanni. In ogni caso servizi ancillari al turismo e finalizzati ad una crescita in tal senso.
In altri termini, mi trovo favorevole all’imposta di soggiorno, ma a condizione che l’ammontare del gettito sia destinato ad azioni direttamente ed effettivamente collegate alla promozione turistica e a quella del territorio (arredo urbano, pulizia e disinfestazione in generale).
Mi impegnerò affinché in sede di approvazione del Bilancio di previsione, il Consiglio comunale unitamente all’Amministrazione siano guidati da lungimiranza e apportino le giuste azioni.
Sabrina Falcone