La sciagura di Genova
Rubrica spunti e appunti di Angiolo Alerci
Il crollo del ponte di Genova ha segnato una nuova tappa nei disastri che, quasi giornalmente, si verificano nel nostro Paese. Anche questa volta ascolteremo i discorsi di circostanza e le promesse di interventi. In occasione di analoghe sventure mi sono soffernato per ben due volte ad esprimere una mia valutazione alla Ministra della riforma della p.a. in carica on. Marianna Madia, con due lettere pubblicate su diversi giornali on line il 2 novembre 2016 ed il 19 aprile 2017, riportate alle pagg, 113 e 114 del secondo libro e alle pagg. 45 e 46 del terzo libro CRONACA E RIFLESSIONI SULLA POLITICA ITALIANA,
La Ministra Madia, anche per altre proposte da me inoltrate, mi fece pervenire una sua mail nella quale è scritto : Grazie per il contributo alla riforma della pubblica amministrazione. Idee, proposte e critiche stanno aiutando il Governo a realizzare una riforma migliore e partecipata.Marianna Madia.
Per quanti non hanno avuto la possibilità di leggere queste mie due lettere aperte dirette alla Ministra Madia, ho pensato di ripubblicarle in questo particolare momento,
7 novembre 2016 – LETTERA APERTA per la Ministra della riforna della p.a. on. Marianna Madia
Egregia Ministra, ho seguito e continuo a seguire con particolare interesse i provvedimenti varati nel corso della sua permanenza al Ministero della Pubblica Amministrazione. Fatti che continuano ad accadere in molte regioni d’Italia, portati continuamente all’attenzione, mi hanno spinto ad indirizzarLe questa mia nota per farle una proposta che, se lo riterrà opportuno, potrà inserire in uno die prossimi provvedimenti che sottoporrà all’attenzione del Parlamento. I media in questi giorni hanno portato a conoscenza di tutti il grave fatto accaduto per il crollo del ponte della superstrada Milano.Lecco. Sono in corso delle iniziative per accertare la responsabilità di coloro i quali a conoscenza dell’imminente pericolo non sono intervenuti in tempo, ma non si deve escludere la ricerca di altre responsabilità che possono riguardare l’impresa che ha effettuato i lavori, la direzione dei lavori ed i collaudatori. In Sicilia, purtroppo, di analoghi eventi ne abbiamo avuto tanti,
-Nel maggio del 2009 si è verificata la rottura di un giunto che ha causato il crollo del viadotto GEREMIA 2 della strada statale Caltanissetta-Gela, a distanza di soli tre anni dalla sua inaugurazione.;
– Nell’estare 2014 si è verificato il crollo del viadotto PETRELLA della strada statale Ravanusa-Licata;
– IL 30 dicembre 2014 si è verificato il crollo del viadotto SCORCIAVACCHE della strada statale Agrigento-Palermo, inaugurato in pompa magna una settimana prima alla vigilia di Natale, ancora non collaudato:
– nell’aprile 2015 si è verificato il crollo del viadotto IMERA dell’autostrada Palermo Catania, a causa di una grossa frana individuata e seguita da oltre dieci anni.
La maggiore responsabilità oggi è riservata ai collaudatori che vengono scelti tra coloro i quali NON SIANO INTERVENUTI IN NESSUN MODO NELLA PROGETTAZIONE, DIREZIONE ED ESECUZIONE DELL’OPERA, così come previsto dall’art.67 de testo unico per l’edilizia (decreto n.380 del 6 giugno 2001).
I collaudi delle grandi opere vengono effettuati con prelievi a CAMPIONE ed è facile intuire come in molti casi i CAMPIONI vengono scelti, documentando la regolare composizione della malta cementizia, causa prima di tutti i disastri che si sono verificati. Inoltre la stessa norma prevede che la nomina dei collaudatori spetti al committente che ha l’obbligo di comunicarla al Genio Civile entro sessanta giorni dalla data di ultimazione dei lavori.
Questa norma determina quello che normalmente accade: il collaudo delle opere avviene dopo molti mesi e, spesso, dopo anni dalla loro ultimazione. Il collaudatore dovrebbe essere nominato contestaualmente al direttore die lavori, dal momento che le diverse funzioni non sono incompatibili, mentre si aasicurerebbe un serio controllo nel corso delle opere e si eviterebbero quei collaudi PILOTATI, causa prima di tutti i disastri verificatisi.
Si tratta di una piccola modifica che individuerebbe immediatamente il responsabile, nel caso di difetti nella realizzazione delle opere,
Conoscendo bene la sua sensibilità, sono certo che questa mia proposta sarà attentanente valutata dagli organismi di competenza, Con l’augurio di Buon lavoro
angiolo alerci
19 aprile 2017 – LETTERA APERTA per la Ministra della della riforma della p.a.on. Marianna Madia
Con lettera del 7 febbraio 2016, trasmessa anche per le vie tradizionali, pubblicata su diversi giornali on line ed inserita alle pagg.113 e 114 del secondo volume del mio libro Cronaca e riflessioni sulla politica italiana, avevo rapppresentato fatti collegati ai numerosi crolli verificatisi in Sicilia, Il più eclatante quello verificatosi il 30 dicembre 2014, relativo al viadotto SCORCIAVACCHE sulla strada Agrigento-Palermo inaugurato in pompa magna soltanto una settimana prima, ancora non collaudato. Lettera suggeritami dal grave fatto accaduto dopo il crollo del ponte della superstrada Milano-Lecco. Oggi il crollo del viadotto della tangenziale Fossano-Cuneo. Appare molto strano come ancora resistono ponti costruiti oltre duecento anni fa, mentre sistematicamente crollano ponti e viadotti costruiti negli ultimi cinquanta anni,. Ogni volta si riparla di verifiche da effettuare per accertare lo stato delle moltissime opere a rischio, ma niente in concreto è stato fatto, mentre assistiamo ai tentativi di scaricare sempre ad altri ogni responsabilità su quanto accade. Ritenevamo che questo problema fosse esclusivo del meridione d’Italia ma, tenuto conto di quanto accaduto in quest’ultimo periodo, dobbiamo convincerci che si tratta di un problema che riguarda l’intero territorio del nostro Paese. Tutte le opere che hanno utilizzato malta cementizia, costruite negli ultimi 50 anni sono a rischio ed non è facile, a distanza di tempo, individuare cause e responsabilità. Anche un Maresciallo dei Carabinieri di un piccolissimo comune sa che, da almeno dieci lustri, il 90% degli impianti di lavorazione del cemento è nella mani della malavita, la quale impone ai costruttori condizioni particolari per forniture non particolari. Tutti sanno il modo in cui vengono effettuati i controlli in corso d’opera e tutti sanno come vengono fatti, nella maggior parte dei casi i collaudi. Collaudi a campione, ma rimane più di un dubbio sul come avviene la scelta dei campioni. Con la lettera soporarichiamata suggerivo di modificare la norma che disciplina la nomina dei collaudatori i quali non dovrebbero essere nominati dopo mesi dalla ultimazione delle opere, ma contestualmente all’inizio die lavori, Il collaudatore così sarebbe responsabile, unitamente al direttore dei lavori, della qualità dei prodotti utilizzati in corso d’opera e non l’agnello sacrificale al momento in cui si verificano i danni. Sui ponti, viadotti e costruzione in genere, che utilizzano malte cementizie il collaudo non deve essere effettuato a campione, anche perchè sorge più di un dubbio su chi indica i campioni da controllare.
Cara Ministra, lei che si sta dimostrando molto attiva nel tentativo di migliorare la nostra p.a., cerchi di valutare l’aspetto che con la presente ho voluto nuovamente rappresentarle.
angiolo alerci