Non c’è rimedio con chi non vuol ascoltare
Nel settembre 2013 il prof. Giovanni Pitruzzella, neo Presidente dell’Antitrust, dichiarò che “prima di pensare a vendere quote di società pubbliche, come ENI e ENEL , sarebbe più opportuno concentrare l’attenzione sulle dismissioni dell’enorme patrimonio immobiliare pubblico”. Problema che si trascinava da tempo, sempre promesso dai vari governi succeduti negli ultimi vent’anni, ma mai risolto.
Nonostante l’autorevole intervento del prof. Pitruzzella nulla è stato fatto nei cinque anni successivi. Nel 2013, prendendo spunto dalle dichiarazioni del Presidente Pitruzzella, avevo prospettato la possibilità di conferire in una società l’ammontare del patrimonio mobiliare ed immobiliare, valutato allora circa 500/miliardi di euro, e chiedere agli Istituti di credito ( allora non in crisi),a gruppi assicurativi e finanziari la sottoscrizione del relativo capitale. Operazione che, con una oculata gestione, avrebbe potuto far realizzare delle plus valenze ai sottoscrittori. In quell’occasione non avanzai la possibilità di un intervento, anche parziale, della Cassa Depositi e Prestiti perché pensavo potesse essere considerato dagli organismi europei “intervento di stato “ non consentito.
Quello che successivamente ha fatto e continua a fare la Cassa Depositi e Prestiti può considerarsi una vera e propria attività di “mutuo soccorso” e ha già pronti 5//miliardi di euro da buttare nel vano tentativo di salvare l’ALITALIA. L’operazione proposta avrebbe ridotto di 500/miliardi il nostro debito pubblico, allora di circa 2000/miliardi, ed oggi molto vicino ai 2400/miliardi, e che avrebbe potuto creare quelle disponibilità per la realizzazione di tutti i programmi che dal 2013 sono stati presentati e mai realizzati.
Tra l’altro non saremmo stati costretti a pagare annualmente, da oltre cinque anni, 12,5 miliardi per evitare l’aumento dell’IVA.
La mia proposta è stata spesso reiterata con note pubblicate su diverse testate on line, trasmesse ai Ministri dell’ Economia in carica, tutti tecnici succeduti all’ultimo Ministro politico Tremonti, al quale si deve, nel corso della sua lunga gestione, di avere fatto aumentare il debito da 1500/miliardi a 2000/miliardi di euro.
Note che sono stare inserite nei miei tre libri di “Cronaca e riflessioni sulla politica Italiana” e trasmesse nel luglio scorso anche al Ministro Tria.
In una nota da me pubblicata l’11 novembre 2013 su “LE PARTECIPAZIONI STATALI” scrivevo : “ La società ARCUS partecipata al 100% definita carrozzone, inutile cassaforte dei beni culturali” in liquidazione, per il suo ufficio di via Barberini, con dieci impiegati, pagava un canone di eu.18/mila mensili.
Questa è l’Italia che va cambiata |!
angiolo alerci