Berlusconi euforico per le elezioni in Molise
Abbiano assistito in questi giorni alla grande euforia dimostrata dai responsabili di Forza Italia, in prima fila Berlusconi e la Bernini, per il brillante risultato ottenuto nelle recenti elezioni del Molise. Risultati che per Forza Italia hanno rappresentato “un cambio di tendenza” rispetto ai dati delle ultime elezioni politiche. Ho voluto verificare in concreto il motivo di tanta euforica soddisfazione ed ho riscontrato quanto segue:
Forza Italia ha ottenuto 13.627 voti, la Lega di Salvini 11.956, per cui la soddisfazione sarà stata quella di avere superato l’ amico Salvini.
Il candidato del Centro destra è stato eletto da una coalizione formata da dieci liste, con il contributo di Popolari per l’Italia e Unione di Centro che hanno ottenuto 17.750 voti.
Con questa analisi ho voluto soltanto sottolineare il grande valore attribuito da Berlusconi che, con i suoi 13.627 voti pari al 9,4%, ha parlato di cambio di rotta , forse nei confronti di Salvini che di voti ne ha ottenuto 11.956, come sopra è stato evidenziato..
Ma il discorso di Berlusconi riguardava, invece, un cambio di marcia rispetto ai voti conquistati nell’ultima tornata elettorale.
Avere voluto tentare di attribuire al risultato elettorale del Molise, un campione di circa 100.000 votanti, il significato di “ cambio tendenza” rispetto al risultato delle politiche, che avevano registrato oltre 30/milioni di votanti , a parte il significato e l’importanza delle diverse elezioni è stato quanto di più ridicolo è stato detto nel corso di questo particolare momento politico.
Oggi assistiamo alla nuova posizione assunta da Salvini che ha dichiarato che porterà milioni di elettori a Roma nel caso non fosse prescelto lui nel tentativo di costruire una maggioranza parlamentare. Dichiarazioni che trovano riscontro nelle nuove proposte continuamente fatte da Berlusconi di affidare al Centro destra l’incarico, perchè lui è convinto di poter procurare, con i suoi metodi, i voti mancanti necessari..
Ma la sua sottile strategia è ben diversa. Se non si riesce a creare una maggioranza la probabilità di andare a nuove elezioni è notevole. Nel caso di incarico per la formazione di un governo battuto alla Camera, lo stesso Governo resterebbe in carica per gestire le nuove elezioni, nel caso contrario che il Presidente della Repubblica decidesse di scioglier Parlamento, non riscontrando la possibilità di alcuna maggioranza, le nuove elezioni sarebbero gestite dall’attuale Governo Gentiloni. Questa considerazione va tenuta in grande evidenza per valutare quelle che saranno le prossime mosse di Renzi, il quale certamente darà la sua disponibilità al Movimento Cinque Stelle ponendo, però, come condizione la rinunzia di Di Maio e la scelta di altro nominativo. Ora, intanto, ci toccherà di assistere a nuove sceneggiate, non appena di conoscerà l’esito delle votazioni del Friuli.
Angiolo Alerci